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Servitù militari in Sardegna: generali sotto accusa ma chi si oppone è un terrorista

Servitù militari in Sardegna: generali sotto accusa ma chi si oppone è un terrorista

Per capire il peso del militarismo in Sardegna vediamo alcuni dati: oltre ad ospitare da decenni carceri speciali per detenuti definiti pericolosi, basi NATO come Santo Stefano al la Maddalena che seppure chiusa ha lo strascico di armi a propulsione nucleare, alla Sardegna e’ stato imposto di dare 35.000 ettari del suo territorio alle servitù militari , ossia quasi il 60 per cento dell’intera servitù nazionale.

Due processi concomitanti nel mese di settembre nei tribunali di Nuoro e Cagliari.

A NUORO il 9 settembre vengono processati 8 comandanti, dal 2004 al 2010, del Poligono Interforze Salto di Quirra, famigerato centro di sperimentazione , addestramento e utilizzo di armi all’uranio ed altri elementi radioattivi. 10 km di costa e 13.000 ettari di pascolo espropriati, dal 1956 ad oggi, a ben 10 comuni dell’Ogliastra e del Gerrei . Fonte di morte: inquinamento di acque, pascoli, animali, causa di mieloni, tumori, deformazioni. L’accusa è di non aver interdetto l’area militare dove si svolgevano le esercitazioni , non solo NATO ma di tutti gli eserciti degli stati mediterranei, dall’Egitto a Israele, e di non aver dotato il personale, sia militare che civile, di dispositivi di sicurezza, inoltre di non aver impedito ai civili, che usavano qui luoghi col bestiame , di venire a contatto con le sostanze inquinanti.

La richiesta di condanna e’ di 3 o 4 anni mentre il processo e’ dal 2010 in rischio di prescrizione. Vergognosa e’ la posizione della Regione Sardegna che si e’ presentata come parte lesa con la richiesta di 4 milioni di risarcimenti, mentre avrebbe dovuto essere tra gli imputati visto che le servitù militari sono cogestite con l’esercito nel Comitato paritetico .

A CAGLIARI l’operazione Lince.

Il 14 settembre 45 antimilitaristi sono stati rinviati a giudizio per le manifestazioni contro le basi militari e le esercitazioni. Il Tribunale ha avocato a se tutti i reati possibili di tutte le manifestazioni antibasi tra il 2014 e il 2017, comprese le verniciature sui muri. a 5 di loro si contesta l’aggravante di eversione e terrorismo, una delle prove dell’accusa e’ di aver avuto rapporti con i No.Tav della Val Susa e di essersi definiti anarchici. Et Voila’!

E’ evidente che il processo e’ chiaramente politico e rappresenta una minaccia per le migliaia e migliaia di sardi che hanno partecipato, come dal 1969 a Pratobello, a tutte le azioni di opposizione non solo alle basi di Salto di Quirra, Capo Frasca, Capo Teulada, Decimomannu,Cagliari, ma anche alle esercitazioni. Cosi’ come alle manifestazioni unitarie, dai cattolici agli anarchici contro quella vergogna umana della RWM di Domusnovas che fabbricava ed esportava in Arabia quelle bombe ritrovate sulle scuole e gli asili dello Yemen. Ora chiusa in parte,solo grazie alle mobilitazioni di questi antimilitaristi.

Quella mattina fuori e dentro il tribunale erano pieni di gente . Tutte le famiglie degli imputati avano espresso, fin dalle prime lettere giudiziarie, piena solidarietà ai loro congiunti e piena condivisione degli ideali e delle lotte, aprendo un link “madricontrorepressione.lince@gmail.com“e una raccolta di adesioni a migliaia. Il tema delle servitù e’ sentito fortemente e da parte dello Stato c’e’ il bisogno di dare un segnale che sia un avvertimento per tutti . Allo stato non importano i reati specifici, per lo piu’ risolvibili con multe o inesistenti, interessa invece terrorizzare i sardi, sia singoli, sia le decine di collettivi, gruppi, organizzazioni NoBasi : chi si oppone alle servitù e’ un terrorista e chi invece produce morte nucleare al Salto di Quirra rischia….la prescrizione del reato. Terrorista in Sardegna e’ lo stato militare.

Il 6 dicembre inizia il processo . Quel giorno è già ora motivo di mobilitazione

Antonio Lombardo

 

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